mercoledì 12 ottobre 2016

Si sono dimenticati pure di “Malatesta”


Da “LA VOCE DI ROMAGNA”, giovedì 6 ottobre 2016, p. 10

Si sono dimenticati pure di “Malatesta”

Si sa, l’anniversario fa venire la bava alla bocca all’intellettuale. Ai mandarini riminesi, quelli che stanno chiusi a Palazzo Garampi, al contrario, gli anniversari fan solo girare le balle. Lasciamo stare il cinquecentenario dalla morte di Giovanni Bellini, l’icona del Museo della Città (dimenticanza che imbarazza la cultura civica), ricordiamoci, per lo meno, che il prossimo anno sono i 600 dalla nascita di Sigismondo Pandolfo Malatesta. Sul Malatesta, di cui il Sindaco Andrea II Gnassi si sente il pimpante erede, si presume, il Comune farà qualcosa. La frittata, intanto, per quest’anno, è fatta. 70 anni fa, infatti, viene pubblicata Malatesta, pièce marmorea e barocca, «un epitaffio al culto della Rinascenza» (Luca Scarlini), scritta da Henry de Montherlant, tra i grandi scrittori francesi del Novecento, un tipo che «sfugge a ogni classificazione», pubblicato in Italia da Bompiani, Mondadori, Adelphi. Il testo, poi, compilato sul crinale della Seconda guerra, quando Montherlant, troppo esagitato per i “rossi”, troppo esclamativo per i “nazi”, «isolato dal mondo, sognava un eroe» (Giuseppe Scaraffia), prese la via del teatro (nel 1950, al Théatre Marigny) e della televisione (nel 1967). Il “dramma in quattro atti” dedicato a Sigismondo Pandolfo Malatesta, «condottiero, poeta, erudito, mecenate, assassino, sfrenato donnaiolo nonostante l’amore appassionato che in lui non vien mai meno per la moglie Isotta, leggero abbastanza per far erigere una chiesa in cui non c’erano che simboli pagani, grave abbastanza per vivere come gli anacoreti con un teschio sul tavolo, sacrilego abbastanza per venir condannato al rogo dal Santo Ufficio, religioso abbastanza per morire cristianamente» (Montherlant), gode di una traduzione nobile in italiano, quella del poeta Camillo Sbarbaro, pubblicata in origine da Bompiani nel 1952 e ripresa da Raffaelli nel 1995. L’ossessione di Montherlant (autore di romanzi assoluti come Il caos e la notte e Le ragazze da marito) per il Malatesta è testimoniata dal libro, stratosferico, L’infïnito è dalla parte di Malatesta, edito sempre da Raffaelli, nel 2004. In quelle pagine, Moreno Neri ci ricorda che il Malatesta di Montherlant cascò pure a Rimini, nel «cinquecentenario della morte di Sigismondo Pandolfo Malatesta», era il 1969, nella Rocca, con Arnoldo Foà protagonista. «Malatesta è l’eroe solamente di se stesso; ed è l’individuo solo, senza i suoi fini e le sue ragioni, ad essere esemplare per i fini e le ragioni di sempre», scrisse per quell’evento Montherlant medesimo. Fu un trionfo. Montherlant quest’anno farebbe 120 anni ma poco importa se a Rimini nulla importa della ricorrenza, ci abbiamo fatto il callo. D’altronde, non esiste più neppure un Assessorato ‘alla cultura’. Pessimo segno. (d.b.)

CULTURAME Usciva 70 anni fa il testo
teatrale dedicato dal geniale Montherlant
a Sigismondo. Capitò a Rimini, nel 1969...

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