giovedì 29 ottobre 2015

RIMINI - Il tempio malatestiano raccontato da Moreno Neri

Da "Erasmo notizie" Bollettino d'informazione del Grande Oriente d'Italia, Anno XVI - Numero 15-16 - 30 settembre 2015, p. 27:

 

 

RIMINI

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Il tempio malatestiano raccontato da Moreno Neri

Opera chiave del Rinascimento e tra le più significative architetture del Quattrocento italiano, il Tempio Malatestiano di Rimini, con i suoi segreti e la sua storia, sarà al centro della conferenza aperta al pubblico che Moreno Neri, scrittore e saggista, tra i massimi esperti di questo particolarissimo monumento, terrà domenica 20 settembre alle 11,30 all'Hotel Principe di Bellaria (Via Giovanni Pascoli 1). L'incontro sarà seguito alle 15 da una visita a questo capolavoro
colmo di "simboli tratti dai più occulti penetrali della filosofia", di volta in volta definito esotico, esoterico, eroico, erotico, eretico, e alla quale parteciperà lo stesso Neri, che farà da guida. A organizzare l'evento è stato il Capitolo Osiride n.12 di Ferrara dell'Ordine della Stella d'Oriente - in collaborazione con i Capitoli Le Pleiadi n. 17 di Venezia, Iside n. 10 Perugia, Ariel UD di Fano e Beatrice n. 9 di Firenze. All'evento sarà presente il Worthy Grand Patron del Gran Capitolo d'Italia Fratello Robert (Bob) de Bruyn e pioniere delle Stelle d'Oriente italiane, ordine che, attivo in Italia da oltre mezzo secolo, fu fondato nel 1850 da Robert (Rob) Morris, Gran Maestro della Gran Loggia del Kentucky, e da sua moglie Charlotte Mendenhall per consentire alle donne di aderire a una scuola
di metodo incentrata sui principi universali della Massoneria.



Della visita si è occupata anche la stampa locale, a causa dell'increscioso comportamento tenuto del custode curiale.
Così "La Voce di Romagna", domenica 27 settembre 2015, p. 14


-->Da tutta Italia per il Tempio
a minuti
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LA RIFLESSIONE Mauro (Pdl): “Possibile che non si trovi il modo
per permettere una visita con la necessaria tranquillità?


Ma perché Curia e Comune non collaborano per ripensare a come poter permettere di conoscere meglio al mondo il Tempio Malatestiano? Gennaro Mauro (Pdl) trae spunto da quanto successo ad alcuni turisti costretti ad uscire dal Duomo in fretta e furia per non intralciare la funzione religiosa. Non che sia una novità, ma ricostruendo l’episodio invita anche ad una riflessione.
“E’ capitato domenica pomeriggio ad un gruppo di estimatori della storia dei Tempio, sono arrivati da tutta Italia per un convegno che poi nel pomeriggio prevedeva una visita guidata al nostro meraviglioso monumento. In ritardo a causa del traffico, poco dopo essere entrati si sono visti immediatamente apostrofare dal custode che li ha invitati a tenere toni di voce molto bassi avvisan­doli anche che entro 45 minuti sarebbero dovuti uscire per la funzione religiosa (dalle 17 alle 18.30). Avviso ripetuto per ben tre volte attraverso un microfono, mezz’ora prima, poi a quarto d’ora d’ora dalla scadenza e ancora cinque minuti prima. Non solo. A un certo punto è partita anche una musica di sottofondo che non ha più permesso alla guida di divulgare un racconto che fosse umanamente comprensibile anche dalle persone più vicine a lui. Mentre fuori nel frattempo c’era un gruppo di russi accompagnati da una guida costretta a raccontare un’opera unica al mondo senza però poter entrare al suo interno”.
“Possibile non si possa trovare un punto d’incontro tra le esigenze della comunità religiosa riminese e i visitatori appassionati di arte e cultura? - chiede Mauro - Mi sembra che per papa Francesco le chiese debbano rimanere aperte, a disposizione di tutti, proprio nella consapevolezza che anche chi nella fede non ha certezza davanti ad un crocefisso dipinto da Giotto possa trovare, attraverso tale purezza e bellezza, una via verso il Signore. E’ vero che esistono orari prestabiliti che vanno rispettati, è anche vero però che almeno nel periodo estivo si potrebbero spostare alcune funzioni meno frequentate verso altre parrocchie vicine e si potrebbero allungare gli orari di apertura così da consentire a tutti di poter conoscere uno dei luoghi più rappresentativi e grandiosi del Rinascimento”.
“Il Tempio Malatestiano ma anche Sant’Agostino, la Chiesa dei Servi, San Bernardino, Santa Rita o San Giovanni sono solo alcuni degli scrigni d’arte, tesori inestimabili, poco conosciuti della nostra Rimini - chiosa Mauro - Lavoriamo allora tutti insieme per il bene e l’amore per la nostra città”.

 
Tempio Malatestiano, possibile non si riesca a trovare una soluzione migliore per consentirne le visite?




 E anche il "Corriere Romagna", stessa data, p. 7, ha scritto:

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Mauro (Pdl):
«Visite al Duomo
niente sensibilità»

RIMINI. Non ha gradito il consigliere comunale del Pdl, Gennaro Mauro, quando il custode del Duomo ha avvisato i turisti appena entrati che di lì a poco sarebbe stata l’ora della Santa Messa. Stando a quanto riferito dall’esponente di minoranza del consiglio comunale protagonista della “disavventura” è stato «un gruppo di estimatori della storia del Tempio giunti da tutta Italia per un convegno che vedeva nel pomeriggio una visita guidata al nostro meraviglioso monumento: in ritardo a causa del traffico, dopo essere entrati si sono visti immediatamente apostrofare dal custode per tenere toni di voce molto bassi e sul fatto che entro 45 minuti avrebbero dovuto abbandonare il sito che chiudeva per funzione religiosa dalle 17 alle 18.30», E Mauro continua: «Non pago di questa spiegazione un responsabile del sito è intervenuto per ben tre volte attraverso un microfono e a voce alta spiegando che entro mezz’ora e poi un quarto d’ora e infine cinque minuti i visitatori dovevano assolutamente abbandonare il Tempio». Il consigliere quindi si lamenta: «Mi chiedo dove sia la sensibilità verso il turismo e se non sia possibile trovare un punto d’incontro tra i bisogni della comunità religiosa e i visitatori».



  Una mia carissima amica, che mi è anche moglie e amante (insomma, è la mia Isotta), ha l’incorreggibile abitudine, come si dice dalle nostre parti con efficace espressione, “di darmi su”, riferendomi cosa si dice su Facebook. Da quando è apparso io ho fatto una scelta: ho preferito studiare e produrre qualche libro, anziché 
--> passare il mio tempo a parlare a vanvera su Facebook.
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Si badi bene: non ho nulla contro i social network e ne riconosco il potenziale di diffusione culturale che non ha precedenti nella storia. Il punto è che non basta credersi tecnologicamente avanzati per non tener conto del pensiero complesso e dell’autocontrollo. Non essendoci un filtro e momenti di organizzazione del pensiero e (come in altri media tradizionali e anche, di solito, nei siti internet e negli stessi blog), non si dovrebbe parlare con leggerezza e si dovrebbe discorrere solo di quello che si conosce bene, magari contare fino a dieci prima di esprimere un giudizio, ricordarsi che ciò che si scrive rimarrà visibile a molti e per molto tempo, eliminare l’arroganza, la sicumera e l’inutile vanagloria, considerare la buona educazione e la verità come dei valori, essere coerenti, non insultare chi non può replicare. Tutte regole banali nate col pensiero razionale e col sistema delle relazioni umane.
Invero, da quello che mi racconta la mia solertissima amica ne ricavo l’impressione che Facebook sia come un bar virtuale dove, ovviamente, si fanno chiacchiere da bar e dove ognuno, con grande prosopopea, dice la sua (in genere è buona la prima che gli viene in mente) e dove certezza e attendibilità sono del tutto facoltative, mentre la regola è il fasullo racconto di se stessi. Insomma, come i bar di una volta, è proprio un posto dove ce la si tira, si raccontano le migliori fanfaronate, dove, come si dice dalle nostre parti, fare lo “sborrone” (espressione che metaforicamente rinvia alla masturbazione, notoria pratica degli inetti o “sfigati”, che ha solo un senso nel periodo adolescenziale quando il testosterone è alle stelle).
Non mi sono perciò sorpreso quando, a metà giugno, Umberto Eco, durante un incontro all’università di Torino, a una domanda di un giornalista, ha detto, tra l’altro, questo: «I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli».
Eco non ha detto che tutti quelli che usano i social sono degli imbecilli, ma che i social consentono a questi ultimi di avere diritto di parola. Non è proprio la stessa cosa. 
Fatta questa non breve premessa, ecco i commenti che mi riportano dal profilo fb di Gennaro Mauro, a proposito della mia visita al Tempio. Preciso che non conosco Gennaro Mauro e nessun altro dei commentatori, con l'eccezione di Cristina Zoli.




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·  Alessandro Grossi Le chiese sono della curia. Non sono pubbliche. e grazie al fatto che i beni ecclesiastici non vanno mai in eredità... Sempre della chiesa rimarrà. Quando qualcuno comincerà a limitare i privilegi della chiesa sarà sempre troppo tardi..
·  uca Lucarelli
·  Luca Lucarelli In Francia e Spagna si possono visitare chiese e cattedrali anche durante le funzioni . L'importante è non disturbare e scattare foto . Sono patrimonio dell'umanità .
·  iannino Todescato
·  Giannino Todescato Grossi. VERGOGNATI.
·  milio Bracconi
·  Emilio Bracconi Veramente Mauro ancora una volta l'hai fatta fuori dal vaso. Sono anni che vigono queste disposizioni in Diocesi e non se ne mai accorto nessuno. Il rispetto per chi va in chiesa a pregare mi sembra tautologico ribadirlo Invece di fare l'eterno scontento a gettone come un antico Jukebox e prima di parlare collega il cervello e, magari, prendi contatto con gli uffici della Diocesi per cercare una soluzione. Perché è così che si fa della buona politica a favore della gente. E meno male che gli edifici ecclesiastici sono della Chiesa..... altrimenti
·  ristina Zoli
·  Cristina Zoli A parte che uno la fa dove gli pare, anche fuori dal vaso della curia il tema ci sta tutto visto che il tempio venne regalato da Sigismondo espressamente alla citta' e ai suoi cittadini e solo in epoca napoleonica per strane ragioni passo' alla curia. Mauro ha solo sollevato un problema che da anni si protrae nell’assoluta indifferenza di queste amministrazioni che solo a parole disquisisce di arte e cultura mentre i fatti sono sotto gli occhi di tutti quelli che vogliono vedere.
·  milio Bracconi
·  Emilio Bracconi Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.
·  ristina Zoli
·  Cristina Zoli Anche i ciechi sono parecchi.
·  milio Bracconi
Emilio Bracconi Chi fa politica non è sufficiente che denunci quello che non va bene ma deve contribuire a trovare le soluzioni. Cara Cristina sai che la speranza ha due figli che sono la rabbia ed il coraggio. La rabbia per le cose che non vanno ed il coraggio per camniarle. Pertanto non basta la parola occorre anche l'agire che contraddistingue la bontà di un buon politici

  Cosa dire? Che capisco l'anticlericalismo di ritorno di Alessandro Grossi, non fosse altro per la III legge della dinamica: Ad ogni azione corrisponde una reazione pari e contraria. Che Luca Lucarelli dice una cosa sensatissima e del tutto chiara a chi gira un po' il mondo.
Mi limito ad osservare le indecorose condizioni di visitabilità de Tempio malatestiano, sia per gli orari di visita, sia per le transenne con cordoni che sbarrano le cappelle e impediscono di vedere il terzo lato nascosto dei pilastri delle cappelle. Mi pare che questo stato di cose sia dovuto alla mancanza di personale. E il personale che c'è, l'ho visto sempre scortese verso i visitatori. Non si vede l'ironia e la contraddizione di un Tempio aperto alla visita, ma da cui i turisti sono tenuti distanti da quasi un terzo dei bassorilievi e in cui i turisti sono il più delle volte maltrattati e disturbati?
Cosa fare se non segnalare questi disagi? E' mortificante che gli stranieri ci ritengano incapaci di tutelare e valorizzare il nostro patrimonio artistico e culturale. Soprattutto nel caso di un Tempio che è stato ricostruito con i soldi di Samuel Kress e che per questo non ha avuto la stessa sorte del Teatro Galli. A me, massone come Kress, la cosa mortifica doppiamente. E, molto sommessamente, ricordo che l'Order Of The Eastern Star è la più grande organizzazione femminile esistente al mondo, che ha un proprio house organ, l'"OES Journal", diffuso mondialmente e che perciò, spero, non racconti le ombre di una giornata che è stata piena di luce.




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