mercoledì 23 marzo 2011

Il mio primo libro su Pletone

Il mio primo libro su Pletone è in realtà composto di due libri, indivisibili e in cofanetto:


Moreno Neri, Giorgio Gemisto Pletone: De Differentis, Raffaelli Editore, Rimini, 2001
Giorgio Gemisto Pletone, Delle differenze fra Platone e Aristotele; a cura di Moreno Neri, Raffaelli Editore, Rimini, 2001

Ecco la copertina del primo e come veniva presentato



Giorgio Gemisto Pletone (1355?-1452) è una figura che continua ancora a restare avvolta nel mistero. È un uomo di cui, stranamente, vediamo il carisma su tantissimi uomini del Rinascimento e l’influenza in tante e così grandi opere altrui e ne conosciamo pochi o quasi nulli tratti. È presente nelle armoniose misure musicali basate sulla sezione aurea pitagorica dell’architetto Leon Battista Alberti; è l’iniziatore ed ispiratore non solo dell’Accademia fiorentina di Cosimo de’ Medici e Marsilio Ficino, e di quelle che via via sorsero nel nostro paese e in Europa con tutto quello che ne conseguì in termini di rivoluzione del pensiero; con lui rinasce lo studio dei testi di Platone, Plotino, Proclo, Porfirio, Giamblico… accompagna persino le caravelle di Colombo… Eppure la sua figura continua a restare, nel nostro paese e, soprattutto, nella città che ne ospita le spoglie, più tenue di un’ombra.


Questa la copertina del secondo e la sua presentazione editoriale




Il bizantino Giorgio Gemisto Pletone, in occasione del Concilio dell'Unione a Firenze, nel 1438, tenne per gli umanisti italiani una serie di conferenze. Furono racchiuse, poco dopo, dallo stesso Gemisto in una versione riassuntiva intitolata De differentiis. Nel 1492, Marsilio Ficino nella dedica a Lorenzo de' Medici della sua traduzione di Plotino non esita a far cominciare proprio da qui un’epoca nuova. Infatti, Cosimo de’ Medici: ''udì spesso un filosofo greco di nome Gemisto parlare, come un altro Platone, dei misteri platonici (...) fu così ispirato, così profondamente conquistato che, da quel momento, concepì nella sua mente un’Accademia da creare alla prima occasione favorevole'', il cui compito sarebbe stato la ''translatio'' di tutte le dimensioni e tutti i tesori del mondo classico platonico ed ermetico. Nel De differentiis l’originalità di Pletone, particolarmente ardita al suo tempo, è assoluta. Vero e proprio manifesto platonico, questo testo denso e arduo mette in gioco i termini contrapposti di due diversi atteggiamenti dello spirito. 
 
 In questi dieci anni, probabilmente perché l'editore deve aver cominciato a vendere separatamente i due opuscoli, il secondo volume, quello contenente la traduzione del De differentiis, deve essere andato esaurito. Eccone qui sotto la sua nuova copertina.
Quanto a me, in questo lasso di dieci anni, ho provveduto a farne una nuova traduzione, con ampia introduzione e un dettagliato e analitico commento. Per ora è nel mio metaforico cassetto (in realtà in una cartella del mio fido Mac e in un'altra di backup automatico). Prima o poi vedrà la luce, col testo greco a fronte, nell'Opera omnia di Pletone.




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