martedì 19 aprile 2011

Omaggio ad Adrian Stokes e alla famiglia Stokes



L’AFFERMAZIONE DELL’OCCHIO

ADRIAN STOKES & FAMILY

Omaggio ad Adrian Stokes e alla famiglia Stokes

un evento progettato e realizzato dall’Associazione culturale O.L.P. One Labour Party
 con Walter Raffaelli Editore

In occasione dell'uscita di Stones of Rimini nel 2002 Walter Raffaelli ed io pensammo a un'iniziativa che fosse, per così dire, la quasi naturale prosecuzione di quella del precedente anno (2001), dedicata a Sigismondo e Pound.
Chi si sia, seriamente, occupato di Ezra Pound o del Tempio Malatestiano di Rimini o, più in generale, del periodo malatestiano certamente si è ritrovato ad incrociare STONES OF RIMINI, libro di Adrian Stokes poco noto in Italia, tranne che tra gli specialisti.
Critico d’arte, esteta, pittore e, negli ultimi anni della sua vita, poeta, Adrian Stokes (1902-1972) rappresenta, mezzo secolo dopo Charles Yriarte, un altro straniero che è rimasto colpito dalla bellezza del Tempio Malatestiano, e del quale ha, insieme, tratteggiato una totalmente “altra” lettura, culturale ed artistica. Di ricca famiglia, il padre lo fornì del denaro necessario per effettuare quello che per un qualsiasi gentlemen inglese era un passaporto per la vita, il giro del mondo. Ancor più singolare risulta dunque l’attenzione che pose verso il più importante monumento di Rimini. Se il Taj Mahal, che vide  nel suo giro del mondo, rappresenta un'anticipazione del suo senso estetico per il Rinascimento, è il Tempio, assieme ad oltre inconsuete opere d’arte del Quattrocento (innanzitutto il Cortile del Laurana ad Urbino), che costituisce il suo reale interesse.
Le sue conoscenze di Ezra Pound, Bernard Berenson e D. H. Lawrence ne fanno una figura particolare d’intellettuale, come pure la sua attenzione all'allora emergente psicoanalisi freudiana. Fu infatti paziente e amico della nota Melanie Klein, la psicanalista britannica di origine austriaca che si dedicò particolarmente alle pulsioni infantili.
Adrian Stokes pubblicò dunque nel 1934 Stones of Rimini (Pietre di Rimini), ancora ripubblicato a New York nel 1969. Nel 2002, in occasione del centenario della sua nascita e del trentennale della morte, - mentre il mondo anglosassone poté avere la ristampa delle sue opere complete da parte della Penn State University Press -,  l’editore Walter Raffaelli ne pubblicò la prima traduzione italiana. Traduzione, per altro, resa possibile grazie al contributo economico dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Rimini.


Il volume originale Stones of Rimini,
pubblicato nel 1934


Nel 1965 il supplemento letterario del Times in una lettera firmata da diciotto importanti intellettuali ed artisti – tra cui William Coldstream, Henry Moore, Barbara Hepworth e Richard Wollheim – definiva Adrian Stokes “il più originale e creativo ... degli scrittori sull’arte”.
Provvisto di una sensibilità profondissima e di uno sguardo specialissimo, illuminati dalle intuizioni della psicanalisi, si è aperto un varco tutto suo, tracciando una personalissima strada parallela ad altre strade innovative di quegli anni – quelle, per fare un esempio, dei già citati Pound o di D. H. Lawrence. Non è diventato una gloria come questi ultimi, i suoi libri non sono riusciti a sfondare, è finito ai margini della scena, ma è rimasto nei buoni ricordi degli appassionati: insomma, un bel perdente!

Con questa traduzione, continuava pertanto il nostro compito di frugare nel passato alla ricerca di opere straniere che hanno reso noto le nostre terre malatestiane all’estero, ma pressoché sconosciute nel nostro territorio. Con questa forte vocazione (che sarebbe proseguita negli anni) a raccontare il Tempio Malatestiano (e il Rinascimento di cui è uno dei simboli per eccellenza), in un'epoca improntata a un diffuso minimalismo, riduzionismo e revisionismo, mostravo ancora il mio interesse a costruire, intorno a questo monumento, le trame intricate e le complesse interpretazioni che si erano sviluppate. In un'epoca che tende alla destrutturazione, indicavo come su di esso si fossero formate delle vigorose e forti iperstrutture interpretative.  
Una lettura attenta dell’apparato qui accluso in questi post sulla vita e l’opera di Adrian Stokes risulterà certamente rivelatrice, stimolante. Ed anche la pubblicazione della sua opera in italiano avevo sperato potesse condurre certamente a confronti col modo abituale di lettura critica del più importante monumento riminese, sia per la singolarità di vedute del nostro autore sia per la sua caratteristica e particolare teoria dell’arte, debitrice della tradizione inglese di Pater e Ruskin, ma anche testimone di valori estetici di raffinata penetrazione. Ma non vogliamo andare oltre … preferendo lasciar parlare appunto l’apparato critico, presente nei post a lui dedicati, che è già di una validità appunto irraggiungibile e che è, insieme, un breviario che dovrebbe suscitare una comprensibile curiosità e dal quale si potranno cogliere ulteriori stimoli di ricerca.

Adrian Stokes in una foto scattata nel 1967
nell’isola di Creta


Quando alla fine del 2001 ipotizzammo l’iniziativa da tenere a Montefiore Conca pensammo dovesse comprendere una tavola rotonda e una mostra suddivisa in quattro sezioni espositive.

IL GIORNO DELL’INAUGURAZIONE, sabato 3 agosto 2002, era previsto nel Teatro Comunale di Montefiore Conca  alle ore 16:
-un INCONTRO (presentazione del libro, conferenze, momenti di lettura e video proiezioni con immagini digitali su schermo ); sarebbero dovuti essere presenti alla TAVOLA ROTONDA:
la critica d’arte e poetessa ROSITA COPIOLI,
la figlia e traduttrice di Ezra Pound MARY DE RACHEWILTZ,
il traduttore MORENO NERI
l’editore WALTER RAFFAELLI
il docente, scrittore, studioso di letteratura e Presidente dell’IBACN EZIO RAIMONDI
la docente universitaria, scrittrice  e studiosa di letteratura CATERINA RICCIARDI
la moglie di Adrian Stokes, la ceramista ANN STOKES
i figli di Adrian Stokes, l’editore di libri d’arte, TELFER STOKES e
PHILIP STOKES, Webmaster del Website di Adrian Stokes (www.adrianstokes.com)
l’attuale marito di Ann Stokes, IAN ANGUS, co-esecutore letterario (con Telfer) dell’opera di Adrian Stokes
che avrebbero dovuto parlare dello scrittore, del legame con Pound, della sua importanza come critico dell’arte del Rinascimento, ecc., e presentare il libro STONES OF RIMINI di Adrian Stokes (trad it. di Moreno Neri, editore Raffaelli, Rimini, 2002).

Nella Rocca Malatestiana alle ore 18,30 dello stesso sabato è  prevista:

l’Inaugurazione delle quattro sezioni della mostra “L’AFFERMAZIONE DELL’OCCHIO – STOKES & FAMILY – Omaggio ad Adian Stokes e alla famiglia Stokes”. La mostra, nelle sale del Castello di Montefiore Conca sarebbe stata aperta fino al 31 agosto 2002.


I SEZIONE – La prima sezione doveva essere dedicata ai dipinti di Stokes, presenti anche alla TATE GALLERIES HOUSE, il prestigioso museo londinese di arte britannica e internazionale dal XVI sec. ai giorni nostri.
Qui di seguito alcune delle opere presenti nella galleria


Landscape, West Penwith Moor  (1937)


Olive Terraces  (1938 e circa 1952)
Piazza Sant'Eustachio, Roma  (1955)
Olive Trees  (1958)

Still Life  (1962)
Nude Lying  (1963)
Still Life: Last Eleven (N. 4)  (1972)


Still Life: Last Eleven (N. 6)  (1972)
Still Life: Last Eleven (N. 11)  (1972)
Still Life: Last Eleven (N. 5)  (1972)




Still Life: Last Eleven (N. 8)  (1972)


Still Life: Last Eleven (N. 7)  (1972)
Still Life: Last Eleven (N. 10)  (1972)
Still Life: Last Eleven (N. 9)  (1972)



Still Life: Last Eleven (N. 3)  (1972)



II SEZIONE – La seconda sezione sarebbe stata dedicata alla moglie di Adrian Stokes, Ann. Ann Stokes era, da oltre quarant’anni, una ceramista. Viveva a Londra, ma trascorreva parte dell’anno nei pressi di Cortona, dove esegue e cuoce le sue opere in una fornace annessa a un padiglione da caccia dell’Ottocento.

Ann Stokes

Sarebbe stato certamente bello ed interessante vederla all’opera e scambiarsi le esperienze con il vasaio di Montefiore Ugo Franchetti, allora ancora vivente.
Qui di seguito alcune delle opere di Ann Stokes



Lyre Bird Mirror,
1998, 69x48 cm    


Angel Fish Light, terracotta, 1998, 39x36 cm



Osprey,
terracotta, 1990,
145x55 cm

Crocodile Candlestick, 1998, 28x12 cm

Ciotole e Piatti, Egyptian Bird Series, terracotta, 1996. diam. 10 e 20 cm

Ciotole e Piatti, Egyptian Bird Series, terracotta, 1996. diam. 10 e 20 cm


African Bird plates,
terracotta, 1998


Huge Crocodile by night,  terracotta, circa 10 piedi di lunghezza e  3 di larghezza


Huge Crocodile by day,  terracotta, circa 10 piedi di lunghezza e 3 di larghezza






Largest Crocodile,
1999, circa 12 piedi di lunghezza

               



Rebecca Hossack con Ann Stokes. Mostra 'Light & Lovely' alla Rebecca Hossack Gallery, 1998


Natale 1999 alla Rebecca Hossack Gallery – vetrina con mostra di Ann Stokes

                            



III SEZIONE – La terza sezione sarebbe stata dedicata a Telfer Stokes. Il figlio di Adrian Stokes è uno degli editori d’arte più interessanti della scena britannica. Suoi libri sono stati esposti a Londra, Edimburgo, Glasgow, Dublino (Irlanda), ma anche ad Amsterdam, a Gent (Belgio), a Parigi al Centro George Pompidou, al MOMA di New York, a Chicago, San Francisco, ecc.




Clinkscale

Passage,
Weproductions, London, 1972,128pp, 11x18cms, offset edition 1000

Chinese Whispers, Weproductions, London, 1975, 176 pp., 11x18cm, offset, edition 1000

  Chinese Whispers, Weproductions, London, 1975, 176 pp., 11x18cm, offset, edition 1000

Chinese Whispers, Weproductions, London, 
1975, 176 pp., 11x18cm,
offset, edition 1000

Chinese Whispers, Weproductions, London, 1975, 176 pp., 11x18cm, offset, edition 1000


Back to Back,
Weproductions, Yarrow, 1980, 108 pp, 13x19 cm, letterpress, edition 500



Young Masters and Misses,
MOMA, New York, 1984, 114 pp., 13x19cm, offset, edition 2000





Spin Off,
con Helene Douglas, Weproductions, Yarrow, 1985, 100 pp., 13x19cm, offset, edition 400

Mim,
con Helen Douglas, 
Weproductions, Yarrow, 1986, 120 pp., 13x19cm, offset, edition 600




Real Fiction, (An inquiry into the Bookeresque),
 con Helen Douglas,  Weproductions/VSW, Rochester, NY, 1987, 114 pp., 13x19cm, offset, edition 800





Desire, (The Collective Unconscious), 1989, Weproductions/Nexus Press. Atlanta. 124 pp., 15x15cm, offset, edition 800
Yarrow Cooks,

con Helen Douglas, 
Weproductions, 1992, 154 pp.,
15x19cm, offset, edition 600


















BECOME,
Weproductions, Yarrow, 2000, 108 pp., 19x14,25cm, offset, edition 1000
Water on the Border,
con Helen Douglas, 
1994, Weproductions, 124 pp., 15x19cm, offset, edition 600






IV SEZIONE – L’ultima sezione sarebbe stata dedicata ad un’altra notevole pittrice: Margaret Mellis, prima moglie di Adrian Stokes e madre di Telfer. Tristemente, considerata la sua avanzata età – era nata nel 1914 – pensavamo che sarebbe stata l’unica a non poter essere presente a Montefiore, non essendo in grado di affrontare le fatiche del viaggio. Anche i suoi quadri sono presenti nella prestigiosa Tate Gallery di Londra.


Marsh Music, 1992
The Bottom of the
Deep Blue Sea
, 1996/97
Three Anemones, 1992
Sobranie Collage, 1942
Number Thirty Five, 1983
Marsh White, circa 1972-5
Fragment (Thirty Three), 1983
Fisherman

Incredibilmente, tutto quello che avevamo ipotizzato nel novembre-dicembre 2001 riuscì largamente a realizzarsi nell'agosto del 2002.

 


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