mercoledì 27 aprile 2011

Sul ritorno di Pletone: la realizzazione




Durante l'estate del 2002, il ciclo di conferenze destinate ad onorare il 550esimo anniversario della morte di Giorgio Gemisto Pletone si andava definendo.
Tra parentesi: noi - come d'altra parte i greci della Libera Associazione di Filosofia Plethon - tenevamo per ferma la data della morte al 1452 come a suo tempo stabilita da Martin Jugie (“La date de la mort de Gémiste Pléthon”, in Échos d’Orient 38, 1935, pp. 160-161 ), sebbene  John Monfasani [vedi George of Trebizond: a biography and a study of his rhetoric and logic, E. J. Brill, Leiden, 1976 (Columbia studies in the classical tradition 1), pp. 163-170 e “Pletho’s date of death and the burning of his Laws”, in Byzantinische Zeitschrift 98, 2, 2005, pp. 459-463], con alcune valide argomentazioni confuti questa data e, basandosi sulla testimonianza di Giorgio di Trebisonda, sostenga che il decesso di Pletone sarebbe invece avvenuto nel 1454. 

Con l’editore Walter Raffaelli e grazie alla preziosa collaborazione del direttore della Gambalunga Prof. Marcello Di Bella, si arrivava ad un programma più o meno definitivo.
Avevamo anche pensato alla presenza del Dott. Efstratios (detto Stratis) Stratigis della Libera Associazione Plethon di Mistrà e del Sindaco di Mistrà, da prevedere o come momento conclusivo del ciclo o come suo momento di presentazione e insieme rilancio dell’atto di gemellaggio tra Rimini e Mistrà.
Da un lato mi risultava che nel seguente novembre si sarebbero tenute nel Comune del Peloponneso le elezioni amministrative, dall'altro  il 12 agosto 2002 circa (ahimè, ho perso le mail nella migrazione da windows al mac) Stratis Stratitigis così rispondeva al mio invito: 
 “Dear Moreno, it was good to hear from you and I will try to come to Rimini in November and see all the friends again. Thank you for suggesting a presentation by the Mayor of Mystra and myself but I think it is yet premature. Apart from the fact that we have not yet proceeded with the formalities for the twinning for various reasons, both our respective Bishops have expressed some reservations as regards the question of the relics (or part of them) being returned to Mystra, due to the link of Plethon with paganism and modern FreeMasons in your country. And I still think that the most impressive and ceremonial actum concludentium for the twinning is the return of part of the relics.  
I am printing the "Dream of Plethon" in greek and I will suggest any corrections.
Your visit to Mystra is highly overdue!!!!
Best regards also to your wife
Stratis
.
(Caro Moreno è stato bello avere tue notizie e cercherò di venire a Rimini a novembre e vedere di nuovo tutti gli amici. Grazie per il suggerimento di una presentazione del Sindaco di Mistrà e mia ma pensiamo sia ancora prematura. A parte il fatto che non abbiamo ancora proceduto  con le formalità per il gemellaggio per varie ragioni, entrambi i nostri rispettivi Vescovi hanno espresso alcune riserve circa la questione delle reliquie (o parte di esse) da far ritornare a Mistrà, a causa dei legami di Pletone  col paganesimo e con i moderni massoni nel tuo paese. Ed io ancora penso che l'actum concludentium più fondamentale e cerimoniale per il gemellaggio è il ritorno di parte delle reliquie. 
Sto stampando il "Sogno di Pletone" in greco e suggerirò alcune correzioni. La tua visita a Mistrà è estremamente in ritardo!!!! 
I migliori saluti anche a tua moglie 
Stratis)


In breve, gli eredi di Scolario in Grecia e di Giorgio Trapezunzio in Italia vivevano e lottavano contro di noi ed il Comune di Mistrà continuava a vedere la restituzione di una “reliquia” di Giorgio Gemisto Pletone come “condicio sine qua non” del gemellaggio.


Stratis mi scriveva ancora:
"Dear Moreno,
I saw from your italian letter that you have found a portrait of Pletho and Bessarione. ...
Could you send them to me since we thought there were no pictures of them.
Thank you
Stratis"

(Caro Moreno,
ho visto dalla tua lettera italiana che hai trovato un ritratto di Pletone e Bessarione. 
Puoi spedirmeli perché credevamo che non esistessero loro ritratti.
Grazie
Stratis)

Ed ecco la mia risposta:
"Dear Stratis,

Your emails involve on my behalf a articulated deepened answer. About the paganism of Plethon and the connection with the modern Freemasonry, but particularly on the portraits of Plethon and Bessarion. I will send the slides with a letter. You will have to attend at least a week.
It’s beautiful to hear again you.
My best regards to you and a homage to Mystra.
Moreno Neri"

(Caro Stratis, le tue lettere comportano da parte mia una articolata e approfondita risposta. Circa il paganesimo di Plethon e il collegamento con la moderna Massoneria, ma particolarmente sui ritratti di Pletone e Bessarione. Spedirò le diapositive con una lettera. Dovrai attendere almeno una settimana. E’ bello risentirti.
I miei migliori saluti a te e un omaggio a Mystra.
Moreno Neri)


Il ritratto di Pletone che inviai a Stratigis sarebbe poi stato pubblicato in Praktikã DieynoÊw Sunedr€ou afiervm°nou ston PlÆyvna kai thn epoxÆ tou me thn sumplÆrvsh 550 et≈n apÒ ton yãnatÒ tou, Mustrãw, 26-29 Ioun€ou 2002 = Proceedings of international conference on Plethon and his time, Mystras, 26-29 June 2002 / GenikÆ epim°leia: L. G. Mpenãkhw, X. P. MpalÒglou, DieynÆw EpisthmonikÆ Etaire€a Plhyvnik≈n kai Buzantin≈n Melet≈n, AyÆna-Mustrãw, 2003, p. 14
Ecco la pagina:






Tornando al ciclo di conferenze, ritroviamo lo stesso ritratto nel depliant che pubblicizzava le  conferenze







Il programma definitivo era così il seguente




SUL RITORNO DI PLETONE
(un filosofo a Rimini)

venerdì 22 novembre 2002
GIORGIO GEMISTO PLETONE E I MALATESTA
SILVIA RONCHEY

venerdì 29 novembre 2002
RINASCITA PLATONICA E POLEMICHE ANTIARISTOTELICHE TRA QUATTROCENTO E CINQUECENTO
CESARE VASOLI

venerdì 6 dicembre 2002
MISTERI PAGANI NEL TEMPIO MALATESTIANO
MONICA CENTANNI

venerdì 13 dicembre 2002
GEMISTO PLETONE E IL MITO DEL PAGANESIMO ANTICO : DAL CONCILIO DI FERRARA AL TEMPIO MALATESTIANO DI RIMINI
MARCO BERTOZZI

venerdì 20 dicembre 2002
DA ZOROASTRO A PLETONE: LA PRISCA SAPIENTIA. PERSISTENZA E SVILUPPI
ANTONIO PANAINO


Silvia Ronchey

Silvia Ronchey insegna Storia Bizantina all'Università di Siena. Collabora alle pagine culturali della Stampa. Scrive su Tuttolibri, dove tiene una rubrica, “Cl@ssici”, sui classici in libreria e in Internet. E' autrice di programmi culturali per la Rai. Pubblica libri e saggi sulla Decadenza romana e bizantina, essendo tuttavia convinta che i veri decadenti (o decaduti) siamo noi contemporanei.

Bibliografia

Ha pubblicato la vita del Buddha bizantino (Vita bizantina di Barlaam e Ioasaf, Rusconi 1980), la Cronografia di Michele Psello (Imperatori di Bisanzio, Mondadori/Fondazione Valla 1984 ) e gli Acta Martyrum greci (Atti e passioni dei martiri, Mondadori/Fondazione Valla 1987). Ha scritto saggi su Eustazio di Tessalonica, su Giovanni Damasceno e l'iconoclasmo, su San Policarpo, sulla filosofa Ipazia, su Bessarione. Con Alexander Kazhdan ha scritto L'aristocrazia bizantina (Sellerio 1999, nuova edizione con postfazione di Luciano Canfora) e con James Hillman ha pubblicato L'anima del mondo (Rizzoli 1999) e Il piacere di pensare (Rizzoli 2001). Nell'aprile 2002 ha pubblicato, per Einaudi, Lo Stato bizantino con cui ha inteso affrancare la connotazione spregiativa del "bizantinismo" dalla mistificazione e dal luogo comune, "proponendosi di far emergere il senso del millenario esperimento di Bisanzio nella storia dell'idea di Stato" e in cui trova spazio "l'idea laica e sovversiva" di Giorgio Gemisto Pletone.
La sua più recente produzione scientifica (Bisanzio veramente “volle cadere”? Realismo politico e avventura storica da Alessio I Comneno al Mediterraneo di Braudel, “Quaderni di Storia” 52 [luglio/dicembre 2000], pp. 137-158; La Realpolitik bizantina rispetto all'Occidente dall'XI al XV secolo, in Purificazione della memoria. Convegno storico [Arezzo, Palazzo Vescovile, 4-11-18 marzo 2000], Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro / Istituto di Scienze Religiose, Arezzo 2000, pp. 173-186; e soprattutto Malatesta/Paleologhi. Un'alleanza dinastica per rifondare Bisanzio nel quindicesimo secolo, “Byzantinische Zeitschrift” 93 [2000], fasc. II) si è rivolta al XV secolo, allo studio dell'influsso degli ultimi emigrés bizantini in Italia sulla cultura e sull'arte del primo Rinascimento e a quel piano di "salvataggio occidentale" di Bisanzio, che dietro influsso di Bessarione coinvolse il papato e le signorie italiane negli anni immediatamente successivi la caduta di Costantinopoli.



Cesare Vasoli

Cesare Vasoli, nato a Firenze e già professore ordinario fuori ruolo di Storia della Filosofia del Rinascimento all'Università di Firenze, è Socio dell'Accademia Nazionale dei Lincei, Docteur h.c. dell'Université de Paris-Sorbonne e del Centre d'Études Supérieures de la Renaissance (Université de Tours). Libero docente di Storia della Filosofia (1956) e incaricato dell'insegnamento di Storia della Filosofia Medievale nell'Università di Firenze (1956-62); professore straordinario e poi ordinario della stessa disciplina nelle Università di Cagliari (1962-66), Bari (1966-68) e Genova (1968-70); professore ordinario di Filosofia Morale (1970-75), di Storia della Filosofia (1975-80) e di Storia della Filosofia del Rinascimento (1980-94) e quindi professore f.r. (1994-99).

Bibliografia

Tra le sue opere principali: Guglielmo d'Occam, Firenze 1953; La filosofia medievale, Milano 1961, 6° ed. 1982; Due saggi per Alano di Lilla, Roma 1961; Tra cultura e ideologia, Milano 1961; La dialettica e la retorica dell'Umanesimo. "Invenzione e "Metodo" nella cultura del XV e XVI secolo, Milano 1968; Studi sulla cultura del Rinascimento, Manduria 1968; Umanesimo e Rinascimento, Palermo 1969, 2° ed. 1976; Il pensiero medievale. Orientamenti bibliografici, Bari 1971; Profezia e ragione. Studi sulla cultura del Cinquecento e del Seicento, Napoli 1974; I miti e gli astri, Napoli 1977; L'enciclopedismo del Seicento, Napoli 1978; La cultura delle corti, Bologna 1980; Immagini umanistiche, Napoli 1983; Introduzione e Commento al "Convivio", in Dante Alighieri, Opere Minori, Milano-Napoli 1988, 2° ed. 1995; Filosofia e religione nella cultura del Rinascimento, Napoli 1988; Francesco Patrizi da Cherso, Roma 1989; Tra "maestri", umanisti e teologhi, Firenze 1991; Otto saggi per Dante, Firenze 1995; "Civitas mundi". Studi sulla cultura del Cinquecento, Roma 1996; "Quasi sit Deus". Studi su Marsilio Ficino, Lecce 1999. Ha tradotto e commentato il Defensor Pacis (Torino 1960, 2° ed. 1975) e il Defensor Minor (Napoli 1975), di Marsilio da Padova.



Monica Centanni

Monica Centanni, dottore di ricerca in Filologia greca e latina, è docente in Conservazione dei Beni artistici presso il dipartimento di Conservazione dei Beni Culturali dell’Università Ca' Foscari di Venezia. Grecista, si occupa in particolar modo di drammaturgia antica e di storia della tradizione classica.
È inoltre coordinatrice del sito www.engramma.org: un laboratorio di ricerca e di applicazione del metodo di Warburg intitolato Engramma la tradizione classica nella Memoria occidentale, Rivista virtuale sulla storia della tradizione classica nell'arte europea promossa da Fondazione Querini Stampalia e Università Ca’ Foscari di Venezia. Ha tenuto conferenze nell’edizione ‘96 del ciclo “Cosa fanno oggi i filosofi?” a Cattolica e nello stesso anno a Riccione al ciclo “Vicino Oriente e Mediterraneo”.

Bibliografia

Ha curato I sette contro Tebe di Eschilo (Marsilio, Venezia, 1995). Tra le sue più recenti pubblicazioni Metro, ritmo e parola nella tragedia greca (Argo, Lecce ,1996), Atene assoluta : Crizia dalla tragedia alla storia (Esedra, Padova, 1997). Co-autrice di Il gesto nel rito e nel cerimoniale dal mondo antico ad oggi (Ponte alle Grazie, 1995) e di Gli occhi di Alessandro: Potere sovrano e sacralítà del corpo da Alessandro Magno a Ceausescu (Ponte alle Grazie, 1990), Lo straniero interno (Ponte alle Grazie, 1993) Atene assoluta (Padova, 1997). Ha inoltre curato la prima traduzione italiana del Romanzo di Alessandro, Torino 1991. Nell’ambito della tradizione classica ha pubblicato: Velare, svelare: dai misteri pagani a Le età della donna di Hans Baldung Grien, nel volume Il gesto, Ponte alle Grazie 1996; Soggetti classici nelle cantate di Benedetto Marcello, Lugano 1997; Guerra e morte fraterna: il mito storico romano nelle tele di Giovanbattista Tiepolo per i Dolfin, in Giambattista Tiepolo nel III centenario della nascita a cura di L. Puppi, Venezia 1998; Icone delle Storie dell’Antico testamento di Hans Holbein il giovane, in La Bibbia perduta, Firenze 1998; Nostos, Memoria dell’antico in Dimitrio Pikionis, in Dimitrio Pikionis (a cura di A. Ferlenga), Milano 1998; "..delirante, disprezzato, deluso, acceso amante": variazione su temi classici in alcune cantate inedite di Antonio Caldara, in Musica e Storia VII, 2, 1999. Ha in corso di pubblicazione il saggio La cultura greca nella tradizione occidentale: dalla tarda antichità alla riscoperta umanistica in I Greci. Storia cultura arte società, a cura di S. Settis, Torino; e il volume sulla tradizione classica nel Rinascimento Fantasmi dell’antico.


MARCO BERTOZZI


Marco Bertozzi è professore associato di Filosofia della Storia all’Università di Ferrara. Si è occupato, nel corso delle sue ricerche, della concezione della storia in Adam Smith (Filosofia ed economia in Adam Smith; I quattro stadi della storia della civiltà, Ferrara, 1977) e del rapporto tra storia, filosofia e teologia nel pensiero di Thomas Hobbes (L’enigma del Leviatano, Ferrara, 1983). Si è poi interessato di filosofia del Rinascimento, svolgendo specifiche ricerche sulla tradizione astrologica, intesa come ermeneutica della storia (La tirannia degli astri, Bologna, 1985; Il fatale ritmo della storia, in “I Castelli di Yale”, 1, 1996). Attualmente sta completando alcuni studi su storia universale e geografia (da Hegel alla geopolitica) e sulle fonti filosofiche della Melencolia I di Dürer. Nel 1998 ha curato a Ferrara, promosso dall’Istituto di Studi Rinascimentali, un convegno su Aby Warburg, dal titolo Aby Warburg e le metamorfosi degli antichi dei, tenutosi a settembre.
 



ANTONIO PANAINO

Antonio Panaino, Docente di Filologia iranica, Direttore del Dipartimento Storie e Metodi per la conservazione dei Beni Culturali della Scuola di specializzazione in Archeologia dell’Università di Bologna (sede di Ravenna). Coordinatore del Progetto Storia delle Scienze antiche e orientali dell’Is.I.A.O (Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente) e dirige la Collana di Studi Orientali delle edizioni Mimesis di Milano. E’ inventore del nome e del progetto MELLAMU (la divina radianza, l’aura nell’antico accadico-sumerico) sull’eredità intellettuale dell’Assiria e di Babilonia in Oriente e in Occidente, il cui primo congresso internazionale si è tenuto nell’ottobre 2001.

Bibliografia

È autore di Tistrya e la stagione delle piogge(Milano, 1986), Tessere il cielo. Considerazioni sulle Tavole astronomiche, gli Oroscopi e la Dottrina dei Legamenti tra Induismo, Zoroastrismo, Manicheismo e Mandeismo (Roma, 1998), del romanzo Il tacco rosso (Mimesis, Milano, 1997), de La novella degli scacchi e della tavola reale; I magi evangelici : storia e simbologia tra Oriente e Occidente (Longo, Ravenna, 2004) e curatore di Vendidad, legge di abiura di tutti i demoni dell’Avesta zoroastriano (Mimesis, Milano). Co-curatore degli Scritti sulla Storia dell'Astronomia antica di Giovanni Schiaparelli (Mimesis, Milano, 1997). Co-autore di L’astrologia e la sua influenza nella filosofia, nella letteratura e nell'arte dall’età classica al rinascimento (Nuovi Orizzonti, Milano). Curatore e co-autore di Sulla soglia del sacro : Esoterismo ed iniziazione nelle grandi religioni e nella tradizione massonica (Mimesis, Milano, 2002).






Vedi anche, infine, il sintetico programma nel sito del Comune di Rimini.


















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